articolo di Valentina Pol

È un torrido pomeriggio d’estate a Rimini mentre si pensa all’ennesima serata di luglio in città. Ora che il sole sta tramontando e il caldo cede lentamente il passo alla sera, le vie del centro si popolano. Passeggiando per via Tempio Malatestiano c’è silenzio, tutto tace, mentre davanti a Palazzo Lettimi aleggia il ricordo della musica di Nada, degli spettacoli in compagnia della “Papessa” e degli scatti al photobooth. Quel portone oggi è rimasto misteriosamente chiuso e sopra il catenaccio c’è un cartello che recita “espandi i tuoi orizzonti”. Proseguendo per le vie piene di bar e affollate di gente arriviamo ai margini del centro, i piedi di Castel Sismondo. La passeggiata finisce lì, ci voltiamo e come d’abitudine siamo convinti di tornare verso la piazza principale, dove c’è “vita”.

Se non fosse che il messaggio del Lettimi, suscita in noi la voglia di esplorare la direzione opposta, nella periferia urbana. Titubanti e ignari di cosa stavamo cercando, guardavamo ogni dove come fa l’esploratore che per primo approda in terreni sconosciuti. La nostra ricerca termina di fronte un altro portone, quello dell’ex Macello, che troviamo aperto e da cui provengono risate, musica e brusio di voci…

Con la curiosità e l’accoglienza che ha sempre contraddistinto il festival, l’edizione 2018 delle Città Visibili trasloca all’EX Macello comunale di Via Dario Campana 71, compiendo un viaggio, dalla sua sede storica del giardino segreto di Palazzo Lettimi, ad una più ampia location che interpreta l’impegno sulle tematiche del riuso e della valorizzazione degli spazi urbani dimenticati.

Muovendosi come esploratori 2.0 alla ricerca di altri luoghi da raccontare e ripopolare, il Festival ha lasciato il nido, accettando una nuova sfida. Nell’immaginario comune il Lettimi è ormai sinonimo del festival ma anche all’ex Macello Le Città Visibili continueranno a farvi scoprire e vivere esperienze ed emozioni attraverso il teatro, la musica, i laboratori, le passeggiate e molto altro… in uno spirito arricchito e migliorato!

L’edificio fu progettato nella periferia cittadina in sostituzione del vecchio Macello Ottocentesco, situato nel centro cittadino e quindi limitato nelle possibilità di espandersi. Ultimato nel gennaio 1937, subì forti danneggiamenti nel bombardamento del giugno 1943 che lo rese inutilizzabile. I lavori di ricostruzione presero il via nel 1958 e fino agli anni Settanta il macello continuò la sua attività.  Definitivamente chiuso nel 1995, è stato trasformato prima in canile e poi sede di uffici AUSL , fino ad una parziale demolizione che lo ha lasciato in uno stato di totale abbandono in tempi recenti.

Recuperando lo spirito originale del luogo, il festival andrà al macello. L’atmosfera magica e raccolta delle passate edizioni sarà macinata con nuove sonorità e sensazioni. Indossando camici da lavoro e con coltelli affilati si macellerà ogni sera spettacoli freschi di prima scelta, ancora rigorosamente gratuiti.