Scorro con lo sguardo l’indice e trovo subito il nome che mi interessa.  Seguo i puntini e leggo il numero della pagina. Sfoglio.

Avevo voglia di qualcosa di sicuro stasera, qualcosa che mi facesse sentire che sono a casa, a Rimini: l’odore di mare e sardoncini, la sabbia tra le dita, il rumore di bicicletta sui sampietrini del centro, il sole che si abbassa verso Borgo San Giuliano… La ricetta mi suggerisce di prendere un grande recipiente e riempirlo d’acqua di mare, di versarci con cautela un goccio di Max Gazzè e uno di Paolo Conte, di aggiungere un cucchiaino del Capossela anni ’90 e una spruzzatina di Baustelle, ma solo alla fine, e di mescolare.

di Gloria Perosin

Io eseguo anche se so che quello che verrà fuori avrà un sapore tutto diverso, mai sentito. Unico.

E poi dice di attendere.

E allora io attendo, e alla fine lo vedo! Chitarra in mano, baffetti arricciati, occhiali da vista, qualche ricciolo che cade sulla fronte… E’ lui, Riccardo Amadei!

Riccardo Amadei nel 2012 partecipa alla compilation “Dal Mare alla Via Emilia”, per la raccolta fondi per le popolazioni emiliane colpite dal terremoto. Nel 2013 esce il primo disco firmato Riccardo Amadei e Les Pastìs, “La Polveriera”. Nello stesso anno è ospite del festival Le Città Visibili e autore del brano “-i-i-i”, nel DVD dello spettacolo teatrale “Rimini Ailoviù”(NDA Press).

Produce e realizza il concerto-spettacolo “Stanze Chiuse”, presso il Banyan Teatro (RN). Nel 2014 partecipa alla compilation omaggio ad Enzo Jannacci ‘El portava i scarp del tennis’. E’ ospite della prima edizione della “Festa della Musica” organizzata dalle ARCI Nazionale in Piazza Cavour.

Nel 2016 esce il secondo disco “Senza Ombrello”.

Apre i concerti di Zibba (vincitore premio della critica San Remo 2014), Paolo Benvegnù e Edoardo Bennato e continua ad essere punto di riferimento per il magico palcoscenico de Le città Visibili.

La musica di Riccardo è come una terra di mezzo: uno spazio di confine che sta tra il cantautorato tradizionale e l’avanguardia. Folkautorato leggo da qualche parte.

Svita, scambia, smonta, mescola per giocare con gli scarti, con quello che coglie nell’aria, che raccoglie dai luoghi, dalle persone che incontra, dalle storie che scopre. È qualcosa di morbido come le onde del mare amiche dell’alba, come il tramonto che tocca la sabbia. Racconti musicali.


Riccardo Amadei e Les Pastis, chi sei? Chi siete? Da dove arrivate? (UN FIORINO.)

«Arriviamo musicalmente dai luoghi più lontani: nella mia formazione (Les Pastìs) il batterista Enrico Ro è un jazzista, Alberto Marini che governa contrabbasso e piano è un metallaro redento (forse…), e la violinista invece è Elena Partisani, che per completare il quadretto, ha una formazione classica e suonava pure nella banda di paese.

E io? Io vengo dal mangiacassette di mio padre, dalla letteratura americana del ‘900, dai fumetti di Paz, dal lungomare di Rimini e da Pier Vittorio Tondelli, dal porto di Marsiglia e da Jean Claude Izzo, dai festival teatrali nelle miniere in Sardegna, dalla mia curiosità… fa un po’ te…. la lista è lunga… e la musica è lì in giro, non necessariamente nelle canzoni.»

Cosa ne pensi della pozione Gazzè, Conte, Capossela e Baustelle… Ti riconosci in questa miscela?

«No, o almeno in minima parte. Ringrazio i giornalisti che nelle recensioni mi hanno associato a questi giganti, è sempre difficile fare accostamenti, scindere gli ingredienti. Io non saprei proprio a chi abbinarmi, artisti come Conte e Capossela appartengono al DNA di molti autori del Belpaese. Io lavoro molto sulla parola intesa come sintesi. Più che un “suono” mi interessa l’attitudine delle canzoni e quindi degli artisti. Se  devo fare dei nomi in tal senso mi vengono in mente Lucio Dalla, Bobo Rondelli, Peppe Voltarelli, tra gli stranieri Jeff Tweedy e Grant Lee Phillips, Will Butler.»

Per te suonare la chitarra è un’abitudine, dici, come lavarsi i denti. Quando hai iniziato? E soprattutto, da dove prendi ispirazione?

«Ho iniziato in prima liceo. Negli ultimi posti del Pulmann che ci portava in gita il mio amico Luca, attorniato dalle adolescenti più belle del mio microcosmo adolescenziale, suonava Lucio Battisti maltrattando un’acustica con l’adesivo del Vagabondo; pensai subito: “voglio farlo anch’io”. Quello fu l’innesco.

L’ispirazione la cerco lontano, nell’aria, nei libri o sui quotidiani, nelle opere teatrali, le serie tv, le chiacchiere al bar, ovviamente nei dischi, l’approccio è quello del cleptomane seriale: rubo di tutto, smonto il marchingegno, rielaboro.»

Il magico palcoscenico de Le città Visibili ha ospitato più volte la vostra musica, quali emozioni ti aspetti da questa VI edizione?

«Mi piacciono gli spazi “off”, i luoghi dove i muri trasudano storie. L’Ex-macello di Rimini è una perfetta scenografia naturale dal fascino grigio, una struttura che oggi si riqualifica, trasformandosi grazie al talento visionario de “Le città Visibili” in luogo di cultura e condivisione. Un posto ripensato per accogliere una comunità di persone che ha ancora voglia di partecipare insieme ad un evento, che ricordiamolo è gratuito. Capisci? Partecipare, esserne parte, è già di per sè un privilegio!»

L’orologio lampeggia, mi dice che sono le 23:47. “Attenzione! All’avvicinarsi della mezzanotte gli effetti del miscuglio potrebbero svanire” diceva il ricettario, e infatti, come nella foto di Ritorno al Futuro, i piedi di Riccardo stanno scomparendo. Meglio lasciarlo andare.

Lo ringrazio di cuore e lo saluto.

“Ci vediamo venerdì per gli onori di casa sul palcoscenico de Le Città Visibili”, penso felice mentre lo vedo scomparire.

 

Riccardo Amadei e Les Pastìs

Riccardo Amadei e Les Pastìs

 

 

 

 

www.riccardoamadeielespastis.com/

https://www.youtube.com/watch?v=mvfer3XxGkQ

https://www.youtube.com/watch?v=lJZ6fXcuLcg