Edizione 2023

La vita ha un dente d’oro

2 Settembre

Orario: 21.30

Ex Cinema Astoria

APERTURA BAR
DALLE ORE 20.30

CREDITI

di Rita Frongia
regia di Claudio Morganti
con Francesco Pennacchia e Gianluca Stetur

LO SPETTACOLO

Uno spettacolo di archeologia teatrale.
Alle origini del gioco.

Laddove nasce la tradizione ormai perduta. Il gusto ed il piacere della vera finzione. Quella autentica. Quella che privilegia il gioco e la santa idiozia. La fede nell’arte del fallimento.
Insomma, signori, potrete vedere due attori. Certamente il gradino più basso dell’umanità, ma pur sempre due persone, due esseri, due esemplari di una specie in via d’estinzione. Fatta oggetto da qualche anno a questa parte, come ben sapete, di una caccia spietata.
Coloro tra voi che ne sono ignari si chiederanno il perché.
Perché mai questo accanimento?
Forse per la pelle?
Per i denti e le unghie?
Per gustarne il rinomato fegato all’alcol?
No signori. Le carcasse degli attori vengono semplicemente lasciate marcire al sole, soltanto dopo, però, aver tratto godimento dal loro dolore in seguito ad una qualsiasi frase irrispettosa nei loro confronti.
Come, per esempio Ma insomma basta con gli attori!
Ecco, una semplice frase come questa può produrre danni devastanti nella fragile ed aerea natura di questa specie.
E noi ne abbiamo individuato due esemplari apparentemente ancora in buono stato. Venite a vedere di cosa sono capaci!

Di quale profonda ed inarrivabile stupidità sanno farsi carico! Come sanno attrarsi e distrarsi, precipitare dalle vette del sublime al buco nero del marasma più ingovernabile! E poi, chiunque volesse aiutare loro e i rari esemplari ancora esistenti, può lasciare una donazione al Comitato per la difesa e la salvaguardia dell’attore. (Claudio Morganti)

La vita ha un dente d’oro è un’antica espressione bulgara che non trova corrispondenza idiomatica nella nostra lingua. Oggi l’espressione non è più in uso ma pare venisse utilizzata per alludere al fatto che in tutto ciò che è vero c’è sempre un artifizio, una menzogna, un’alterazione d’organi. Ma è anche vero che le cose, a volte, sono proprio come sembrano. (Rita Frongia)

Nota biografica

Claudio Morganti
Formatosi presso la scuola del Teatro Stabile di Genova. Allievo di Carlo Cecchi, nel 1979 forma con Alfonso Santagata la compagnia Santagata-Morganti, di cui ricordiamo ancora Katzenmacher, Büchner mon amour, Kaspar Hauser e la messa in scena de Il calapranzi di Harold Pinter con la regia dello stesso Cecchi (Premio della Critica e Premio Ubu). Dal 1993 ha fondato una propria compagnia iniziando un percorso personale sull’opera di Shakespeare: Studio per il Riccardo III, Riccardo vs Amleto, Tempeste, La morte di Giulio Cesare, e l’ultimo, conclusivo allestimento integrale del Riccardo III, per la Biennale di Venezia 2000. Ritorna su Pinter con Il bicchiere della staffa e su Beckett con Atto senza parole numero due e L’amara sorte del servo Gigi. Poi un omaggio ad Antonio Neiwiller con Mr Krapp goes into painting. Comincia un pluriennale lavoro su Woyzeck, del 2012 è Ombre Wozzeck – operina musicale per uomini ombra di poche parole. Riceve il Premio speciale Carmelo Bene, Lo straniero 2010. Le Edizioni Dell’Asino pubblicano Il Serissimo metodo Morgant’hieff, per attori teatranti e spettatori. Riceve il premio Ubu 2012 (per la coerenza e l’ostinazione di un percorso artistico, laboratoriale e intellettuale che attraverso la fondamentale distinzione tra teatro e spettacolo, elaborata anche nel Serissimo metodo Morg’hantieff, riafferma l’autonomia poetica della scena). Nel 2015 legge insieme ad Elena Bucci Recita dell’attore Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto di Gianni Celati.