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SUZANNE

Il racconto è un prodigioso flashback, contenuto nella cornice narrativa di un processo.
Una donna è al banco degli imputati.
Ma qual è il crimine?
La storia, tratta da un fatto realmente accaduto, è quella di due persone qualunque nella Francia del primo ventennio del XX secolo, Paul e Louise, che si innamorano e si separano a causa del primo conflitto mondiale. Paul decide di sottrarsi alla follia del fronte bellico disertando, Louise lo nasconde e lo assiste, ma per lui inizia un lunghissimo periodo di clausura. Una sera, per poter uscire senza essere riconosciuto, e quindi arrestato e giustiziato, indossa abiti femminili.
Il travestimento, che avrebbe dovuto semplicemente essere un escamotage temporaneo e un mezzo per ottenere la tanta agognata libertà, gli piace. E si rivela come l’inizio di una nuova vita. La trasformazione di Paul Grappe in Suzanne Landgard nasce per necessità, si rivela in prima battuta quasi essere un nuovo e intrigante gioco, acquista nel tempo una sua rilevante consistenza e finisce per condizionare l’intera percezione che l’uomo ha di sé. Da semplice evoluzione superficiale, stilistica, diverrà somatica, comportamentale ed infine profondamente psicologica.
Paul intraprende, attraverso la sua nuova identità, un percorso di riappropriazione e scoperta ex novo dei piaceri dello stare al mondo che passa anche attraverso l’esperienza della sessualità: Suzanne diverrà la Regina del Bois de Boulogne parigino, il ritrovo clandestino della sessualità libertina e audace della città.
La ricerca del piacere non frenerà lo sgretolamento della psiche di Paul che, nemmeno quando verrà concessa dal governo l’amnistia ai disertori di guerra, rendendo di fatto ormai inutile l’esistenza di Suzanne, riuscirà ad uscire dal baratro delle sue angosce, trovandosi infine per essere completamente fagocitato da esse.
È una storia tenera e dolente, che esprime tutta la sofferenza del vivere, del fare i conti con se stessi, con il proprio passato e con le angoscianti memorie legate alla guerra. E’ la rappresentazione della labilità e dell’ inconsistenza delle barriere di genere, delle forzature d’etichetta che bloccano e definiscono rigidamente gli aspetti della realtà.

Da questa storia vera, che Fabrice Virgili e Danièle Voldman hanno abilmente ricostruito nel romanzo “La Garçonne et l’assassin” è stata tratta la Graphic Novel “Mauvais genre” di Chloé Cruchaudet che in patria ha vinto premi molto importanti tra cui il Grand Prix de la Critique della ACBD (Association des journalistes et critiques de bande dessinée), Prix coup de coeur al festival Quai des bulles di St-Malo, Prix du Public Cultura oltre al Prix Landerneau.
Un primo studio dello spettacolo è arrivato finalista al Bando Game3 di Marche Teatro, e ha vinto in ex aequo la Borsa teatrale Anna Pancirolli 2016

Regia
César Brie
Drammaturgia
Tamara Balducci, Linda Gennari, Lorenzo Garozzo
Con
Tamara Balducci, Giacomo Ferraù, Linda Gennari
Sound Designer
Marco Mantovani

Luci e spazio scenico
César Brie
Costumi
Ree Do Lab di Cristiana Curreli
Scenografie
Matteo Fiorini
Assistenti
Vera Dalla Pasqua, Nicola Sorcinelli
Liberamente tratto da
“La Garçonne et l’assassin” di Fabrice Virgili e Danièle Voldman
Produzione
Le città visibili
Spettacolo vincitore Borsa teatrale Anna Pancirolli 2016