articolo di Anna Guerra

Anche quest’anno il festival sarà arricchito di interessanti collaborazioni con realtà che vivono e contribuiscono ogni giorno a valorizzare il nostro territorio. Così, dopo il successo della scorsa edizione (leggi l’articolo) , il sodalizio tra il festival e i ragazzi di Kantharos Aps è stato rinnovato con nuovi appuntamenti declinati su più livelli contribuendo così al festival arricchendolo di “uno spessore verticale, inserendolo in un contesto storico”.

Tuttavia la domanda sorge spontanea: cosa centrano degli archeologi, storici e storici dell’arte con un complesso industriale abbandonato che apparentemente poco azzecca con la cultura e la storia? Ad un primo superficiale pensiero, assolutamente niente. Se, però “la visuale si allarga e si prende in considerazione quella che viene chiamata “archeologia industriale” (https://archeologiaindustriale.net) , intesa come quella disciplina che studia, recupera e valorizza l’intero patrimonio industriale dal 1700 ai giorni nostri e tutte le testimonianze materiali e immateriali ad esso collegate ecco che la presenza all’interno de “Le città visibili” assume nuovamente significato. “ 

Durante le giornate del festival saranno organizzate visite per la città a cavallo del destriero ecologico a due ruote, una mostra fotografica, al limite della performance, dove i visitatori sono invitati a segnalare la presenza di eventuali luoghi abbandonati della città e dei laboratori incentrati sul tema del riuso e del recupero pensati per i più piccini.

L’obbiettivo principale dei nostrani Indiana Jones è quello di “comunicare il contesto storico a cui è collegato” il luogo della manifestazione: così in sella ad una bici sfrecceremo attraverso gli edifici storici e moderni abbandonati, cercando di individuare le buone pratiche di recupero sperimentate nella nostra città, con una particolare attenzione ai grandi cantieri che animano la città quali il Cinema Fulgor e il Teatro Galli.

Per i più piccoli invece saranno presenti 3 laboratori legati ai temi della rigenerazione e del riuso volti a potenziare il senso ecologico stimolando i ragazzi a riflettere sullo smaltimento e sulle possibilità di rinascita del rifiuto domestico.

Da tenere d’occhio la mostra fotografica partecipativa I luoghi dell’abbandono: “al centro una grande mappa del centro storico di Rimini. Su di essa delle puntine da disegno indicheranno alcuni edifici abbandonati della città e un filo rosso che parte da esse condurranno alle fotografie dello stato attuale di queste strutture. Saranno messe a disposizione le puntine anche al pubblico in modo che chiunque passi possa segnare un luogo abbandonato di propria conoscenza e dei post-it con cui commentare le foto esposte.“

Di seguito il calendario dettagliato:

20 LUGLIO, H. 18 [Durata 1 h e 30 m]

I semi del riuso (laboratorio per bambini e ragazzi)

Prendendo dei comunissimi vuoti a perdere (bottiglie di plastica, vasetti di yogurt, cestini di uova) realizzeremo semenzai e veri e propri ecosistemi in cui far crescere le nostre piantine.

21 LUGLIO, H. 21.30 [Durata 1 h e 30 m]

I luoghi dell’abbandono (biciclettata)

Partendo dall’ex Macello, di cui verrà presentata la realtà storica, si parte alla conoscenza degli edifici abbandonati nel centro città, alcuni dei quali storici (palazzo Lettimi, monastero dei Francescani, casa De’ Battagli), altri moderni (Supercinema, ex sede della Croce Verde, ecc.)

26 LUGLIO, H. 18 [Durata 1 h e 30 m]

Case di carta (laboratorio per bambini e ragazzi)

Con i sacchetti di carta di frutta e verdura costruiremo nuovi palazzi e abitazioni per immaginare le città ecologiche del futuro.

28 LUGLIO, H. 21.30 [Durata 1 h e 30 m]

I luoghi del recupero (biciclettata)

Dopo aver visto le immagini desolanti dell’abbandono, si parte dall’ex Macello per conoscere le buone pratiche di recupero e dei cantieri che stanno animando la città come il Tecnopolo, il cinema Fulgor e del Teatro Galli.

2 AGOSTO, H. 18 [Durata 1 h e 30 m]

Facce di cartone (laboratorio per bambini e ragazzi)

Con un po’ di cartone e qualche oggetto di uso comune nelle nostre case andremo a realizzare delle maschere teatrali per prepararci al festival di anno prossimo.