Ci avviciniamo alla quinta edizione del festival de “Le città visibili” che dal 2013 anima le serate estive del centro storico riminese portando intrattenimento culturale e sapiente promozione de territorio, in una città dove spesso iniziative di questo tipo hanno trovato terreno fertile. Palcoscenico del festival sarà l’antico giardino Lettimi, riaperto per l’occasione per offrire a tutti i partecipanti un’esperienza che vedrà intrecciare i passi, gli sguardi, le vite di tantissimi spettatori e artisti e anche quelle di 14 ragazzi. Anche quest’anno, infatti, dopo il successo delle precedenti edizioni, è stata data la possibilità di organizzare un workshop con lo scopo di formare i partecipanti ad un utilizzo consapevole dei social media. Ma ai lettori di questo blog interesserà sapere che questi ragazzi hanno costituito una redazione che si occuperà di seguire la promozione del festival su tutte le piattaforme social, compresa questa.

Ospitati, durante il corso, nella Sala del Giudizio del Museo di Rimini, con la guida del prof. Giovanni Boccia Artieri docente di scienze della comunicazione presso l’Università degli studi di Urbino Carlo Bo, e di Tamara Balducci, attrice e direttrice artistica del festival assieme a Linda Gennari, e la supervisione di Enea Conti, giornalista, Giobbe Pellegrino e Fabiola Fenili i due “intasgramers” del gruppo, i ragazzi saranno la voce narrante che accompagnerà il festival nei mesi di luglio e agosto.

Andiamo quindi a intervistarli e a conoscerli meglio cercando di carpire in cosa consista il lavoro di un social media team.

Camilla Gamberini, 29 anni, laureata in scienze della comunicazione pubblica e sociale da 5 anni lavora in libreria dove, dice, oltre ad aver sviluppato il super potere di interpretare le assurde richieste dei clienti si occupa anche dell’organizzazione eventi.

Camilla, quale aspetto dei social media trovi più affascinante?  Il mondo dei social mi diverte molto, li utilizzo per informarmi e per condividere le mie passioni, senza però prendermi troppo sul serio (ci sono solo due occasioni in cui sono decisamente agguerrita: Sanremo e le Olimpiadi).

Ho scelto di partecipare al workshop di social media storytelling perché trovo molto affascinante l’idea di far parte di un social media team e per imparare a comunicare in tempo reale eventi di interesse pubblico, durante le serate del festival avremo occasione di divertirci parecchio e di fare un ottimo lavoro di squadra.  Personalmente non vedo l’ora di assistere ai concerti di Nada e di Io e la Tigre ma anche di scoprire cosa ha da raccontarci la Papessa di “Sic transit gloria mundi“.

Paola Bisaccioni, 34 anni, è laureata in Economia aziendale, attualmente lavora per una Fondazione bancaria.

Paola, cosa pensi dell’esperienza del workshop? È stata una bella opportunità che ha permesso di spostare la mia attenzione dal mero aspetto narcisistico dei social, alla loro caratteristica di creare reti, aggregare contenuti e fare “curation” in modo utile ed innovativo.  Conosco “Le Città Visibili” fin dalla prima edizione de Festival perció mi aspetto di assistere a performace emozionanti ed intense: il cartellone è di ottimo auspicio! Poter respirare l’atmosfera da dietro le quinte e incontrare gli artisti, renderà senz’altro tutto più magico.

È il turno di Jessica Valentini, avvocato giuslavorista riminese.

Jessica dicci qualcosa su di te.  Mi piace fare torte e fotografare da sempre. Ma solo a 40 anni ho iniziato ad approfondire queste due passioni. Ho perso un po’ di tempo? Ora recupero!! Vorrei staccare la testa e viaggiare stando ferma, mentre guardo gli spettacoli de “Le città visibili”. Ho ancora tanto da imparare sui social media, che per ora uso solo come passatempo.

Ecco Daniele Pagnoni,42 anni, di riminese, laureato in Ingegneria

Come è cambiato il tuo rapporto con i social media dopo questo workshop?  Il Workshop è molto pratico e lo sto utilizzando per approfondire il mio rapporto con i Social Media … fino a poco tempo fa di reciproca indifferenza ed antipatia.

 Mi sono ripromesso di migliorare questo “menage”, freddo e poco fruttifero, ed ora contribuisco a gestire i canali Social dell’associazione Il Palloncino Rosso e dello studio per cui lavoro. Da questo punto di vista, il Workshop di Città Visibili è un’ottima occasione per cercare di approfondire le mie conoscenze nel campo.

 Quali sono le tue aspettative sul festival delle Città Visibili?  Non vedo l’ora che abbia inizio. Mi piacerebbe, in particolare, avere l’occasione di vivere attivamente l’evento “Il festival parco poesia” e di conoscere Maria Antonietta di cui ho sentito parlare molto bene.

Jessica Andreucci nasce a Rimini è laureata in lingue e letterature straniere con una specialistica in cooperazione internazionale e tutela dei diritti umani nel Mediterraneo ed Eurasia.

Raccontaci un po’ di te. Ho vissuto in Turchia ed in Irlanda, dove mi sono occupata di fundraising ed eventi culturali, dopo un’esperienza nel settore Turismo e Cultura del Comune di Ravenna, ho iniziato a fare promozione turistica e social media marketing per alcune strutture ricettive ed ora coordino progetti europei, festival ed eventi culturali. Ho collaborato con un’etichetta discografica, occupandomi anche di logistica ed accoglienza degli artisti nei diversi festival, amo la musica ed i concerti e ho scritto e recensito per diverse fanzine e riviste online. Adora viaggiare, specialmente tra Spagna, Asia e Medio Oriente, cucinare e mangiare etnico.

La prossima intervistata si definisce un’osservatrice attenta e un’aspirante pubblicitaria. Studia comunicazione e pubblicità per le organizzazioni presso l’Università di Urbino. Si chiama Claudia Piersimoni ha 24 anni e viene da Ancona.

Ti reputi una ragazza social? I social media sono una parte irrinunciabile del mio presente, trovo che siano strumenti che descrivono la nostra epoca e per questo è giusto provarli ed usarli, ma la disconnessione ogni tanto fa stare bene. Il workshop è funzionale a capire come questi oggetti quotidiani abbiano un’ampia funzionalità nella narrazione di un evento.

È il turno di Daniel Kyosev, riminese di 24 anni laureando in informazione, media e pubblicità.

Daniel cosa ti ha colpito di più di questa esperienza? Sono rimasto positivamente colpito dall’atmosfera che si è creata subito con gli altri ragazzi e i “professori”. Sono sicuro verrà fuori un’ottimo lavoro.Questi due anni di università hanno sicuramente contribuito a migliorare, dal punto di vista personale e altrettanto sul piano professionale, un rapporto inizialmente difficile. 

Marta Lovato invece ha 25 anni e viene da Palmanova, piccolo paese in provincia di Udine, da poco diventato sito Unesco.

Di cosa ti occupi nella vita? Faccio il servizio civile nell’ufficio organizzativo della compagnia teatrale Motus, mi occupo prevalentemente di comunicazione e di scoprire e assorbire tutte le conoscenze che servono per il lavoro del teatro che sul palco non appare.

Qualche impressione sull’ esperienza appena trascorsa? Partecipare è stato come immergermi nel vocabolario di una lingua strana e sconosciuta. Sono arrivata qui per fare pace con i social network e imparare ad usarli in modo efficace e non superficiale, come spesso mi sembra siano. I presupposti ci sono, vedremo che lavoro riuscirò e riusciremo a fare!

Il riminese Mattia Casali ha 23 anni, ed è laureando in “comunicazione Pubblicitaria” presso l’Università di Urbino.

Qual è il tuo social preferito? E’ una domanda difficile, penso che il mondo dei social media sia un universo complesso e che per questo abbia bisogno di più strumenti che cooperino fra loro. Uso quotidianamente le piattaforme più famose, sia per piacere, sia per osservare quello che ho studiato e che sto studiando. Ma penso che per la portata, Facebook sia più “completo”.

Cosa vuoi fare da grande? Non ho ancora le idee molto chiare, ma sono arrivato ad una conclusione: l’internet sarà la base del mio lavoro. 

Andiamo a conoscere Francesca Giuliani, 34 anni, di Mondaino.

Di cosa ti occupi nella vita? Sono responsabile critica di SguarDimora- blog de L’ arboreto Teatro Dimora di Mondaino e collaboro con la rivista online PaneAcquaCulture. Uso spesso i social ma molti degli aspetti trattati nel workshop mi erano sconosciuti, sono curiosa di applicarli e confrontarmi con gli altri ragazzi del team. Dopo un’infinità di corsi seguiti in vari festival in Italia e all’ estero, questo è il primo che affronto da neo-mamma e la mia sfida è quella di riuscire a fare entrambe le cose.

Presentiamo anche Sara, ha 23 anni e vive a Rimini. Cosa fai nella vita? Per ora sto facendo la stagione in un centro estivo e mi sono laureata da poco in lettere curriculum classico. A ottobre riprendo a studiare in una scuola di scrittura creativa. 

Quali sono le tue aspettative sul festival delle città visibili? Mi piacciono moltissimo le musiciste che hanno invitato: io e la tigre, Maria Antonietta e Nada e spero di avere l’occasione di incontrarle. Sono super curiosa di vedere lo spettacolo della Papessa. Aspettative molto alte!!

E sembra della stessa opinione anche la penultima componente del social media team, Micol Montanari, Art director riminese di 29 anni.

Quale artista sei ansiosa di incontrare? Mi incuriosisce molto lo spettacolo del 3 agosto Sic transit gloria mundi sulla papessa, ma son dell’idea che l’attesa verrà premiata.

Come ti sei trovata con gli altri ragazzi del workshop? Molto bene, un team di persone preparate e appassionate al progetto.Il workshop è stato utilissimo,nel mio lavoro é indispensabile conoscere tutte le piattaforme per esser in grado di comunicare al meglio.

Io invece sono, Fabio Strazzeri, voce narrante di questa carrellata di interviste. Ho 25 anni e sono laureando in comunicazione pubblicitaria presso l’Università degli studi di Urbino. Per alcuni forse comunicare è un’abitudine, per altri un’esigenza, per me è sempre stata una missione, credo fermamente che le parole e le idee possano costruire e mutare la nostra realtà e da quando ne ho memoria le ho sempre pesate. Mi considero una persona molto riflessiva e introspettiva, gli altri dicono che ho la testa fra le nuvole.