Il 3 Agosto il giardino segreto ha aperto le scene per ospitare lo spettacolo vincitore del bando “L’Italia dei visionari” edizione 2016/2017.

Il titolo in latino, SIC TRANSIT OMNIA MUNDI, avvolgeva lo spettacolo in un alone di mistero decifrabile solo dopo la lettura della trama, di cui mi ha colpito questa domanda: “E se il prossimo papa fosse donna?

Incuriosita dalla descrizione dello spettacolo nel programma, ho pensato di fermare alcune persone tra il pubblico sia prima sia dopo l’esibizione, cercando di capire se fossero stati attirati come me dal titolo e dalla storia raccontata, cosa si aspettassero, i loro commenti finali.

Ho incontrato la prima intervistata nel photobooth del giardino. Jessica mi ha raccontato che, facendo parte dei visionari, aveva già visto lo spettacolo e che si trovava lì per rivederlo. Era infatti rimasta colpita da come un argomento pesante e difficile come questo potesse essere trattato con tanta leggerezza e ironia e anche dalla cura e dallo studio che ci sono dietro allo spettacolo. “Alberto Rizzi, regista e drammaturgo, ha svolto ricerche storiche e bibliografiche per più di due anni, e il risultato è uno spettacolo consapevole, con citazioni documentate e studiate“, mi dice. Jessica poi non si sbilancia sulla possibilità di un papato al femminile, ma dice che in un futuro pensa e spera possa realizzarsi.

Tra gli spettatori già seduti, ho poi notato una coppia di amiche che sorseggiavano le loro birre e chiaccheravano allegramente. Anche loro sono di Rimini, e sono arrivate nel giardino di palazzo Lettimi dopo aver letto la trama dello spettacolo. Si dicono interessate al teatro ma come profane, non per lavoro. Una di loro, alla mia domanda sulla possibilità di una papessa, ha risposto di essere molto curiosa di capire se il passato possa tornare (in riferimento alla leggenda di una papessa donna, Giovanna VIII) anche se pensa che potrebbe realizzarsi solo in tempi molti lunghi. La chiacchierata si conclude con i complimenti alle Città Visibili e al tipo di progetto proposto, la vicinanza con il pubblico e l’atmosfera intima e famigliare che si respira.

Poi mi siedo di fianco a Marta e Giuseppe, una coppia di genitori che volevano assistere a qualche evento del festival e che erano riusciti a prendersi libera quella sera. Marta si è convinta a venire dopo aver letto la trama, Giuseppe invece è rimasto molto colpito dal titolo, chiedendosi anche di quale autore fosse. Parlando di una futura papessa, Giuseppe ha esordito dicendo che la società forse potrebbe essere pronta, dal momento che le donne occupano ruoli sempre di maggior rilievo e che abbiamo anche sfiorato la possibilità di avere una presidentessa donna negli USA, ma che vede questa tendenza più lontana nella Chiesa Cattolica, anche perchè non c’è nessuna apertura. Non è nemmeno un elemento di discussione all’interno del cattolicesimo, tralasciando le varie declinazioni del cristianesimo. La possibilità quindi è molto remota anche perchè è una questione che deve essere affrontata all’interno della chiesa stessa e deve partire solo da lì, conclude Giuseppe.

Ho poi parlato con Sergio, studente 23enne colombiano, di Bogotà. Prima dell’esibizione mi ha confidato che si aspettava una performance molto drammatica, riflessiva non solo per quanto riguarda la chiesa ma soprattutto la società. Per lui, è triste e tragico che una donna trovi i suoi sogni irraggiungibili. Dice poi di non capire il latino, ma che leggendo la trama e facendosi suggerire dal suono del titolo gli è sembrato si parlasse di una donna e dei suoi sogni e del desiderio di trovarsi sulla cima del mondo. Si è detto poi sempre appassionato di teatro, sia come spettatore sia come protagonista, avendo recitato varie volte.

Ho infine rivolto qualche domanda a Paola, un’assistente sociale di Rimini che va a teatro quando può ma non si definisce una grande intenditrice. Ha deciso di assistere allo spettacolo dopo che un’amica l’ha invitata, ma anche la trama ha giocato un ruolo vincente. Non ha invece fatto molta attenzione al titolo, ma ha voluto fortemente assistere a una delle proposte della rassegna delle Città Visibili. Lo spettacolo non ha solo rispettato le sue aspettative ma le ha superate. Paola non pensa che sia bizzarro parlare di una papessa,  soprattutto in un mondo che vede le donne in crescita soprattutto riguardo alle prospettive dirigenziali, però vede questa possibilità  molto difficile all’interno della chiesa. Quando, a fine spettacolo, le chiedo un aggettivo per descriverlo, mi dice: “Solo uno? È stato piacevole, intelligente, spiritoso, documentato”.